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      Analogamente a quanto è avvenuto per altre discipline, anche in ambito diabetologico negli ultimi anni vi è stata una crescente attenzione 
      alla problematica della personalizzazione del trattamento.      
      Benché tutti abbiamo conoscenza del significato di questo approccio nella comune pratica clinica, è pur vero che cercare di definire 
      atteggiamenti e procedure standardizzate, per la complessità della materia, non è compito facile.      
      Per terapia personalizzata s’intende un approccio decisionale clinico che di volta in volta si applica al singolo soggetto e 
      che ha come prerequisito un’accurata identificazione delle caratteristiche individuali del paziente (fenotipizzazione) e, come metodologia, 
      l’applicazione delle conoscenze e delle evidenze scientifiche al buon senso, nonché alla realtà di ciascun individuo. Il fine ultimo è di 
      ottimizzare le risposte terapeutiche e di armonizzarle con le migliori tollerabilità e compliance possibili.      
      La problematica è complessa perché implica non solo aspetti medici ma anche legali. Medici, perché l’estremizzazione del 
      concetto di terapia personalizzata potrebbe comportare il rischio che ciascun operatore sanitario si consideri libero di agire, senza 
      necessariamente seguire la medicina delle evidenze. Legali, perché, soprattutto in alcuni paesi ma -in qualche misura- anche nel nostro, 
      il non attenersi scrupolosamente alle linee guida potrebbe aprire contenziosi legali nel caso di insuccesso terapeutico.      
      Sono stati già offerti vari tentativi di risposta più organica al problema (1,2,3,4).
      
      Queste proposte, tuttavia, lasciano aperti ancora molti interrogativi in quanto non hanno affrontato realmente il 
      problema a livello individuale, hanno cercato di “settorializzare” i pazienti e, soprattutto, non sono risultate facilmente 
      adattabili alla nostra realtà locale.      
      Per il suo background e per la sua missione, AMD ha ritenuto utile offrire una risposta a questo nuovo bisogno della 
      diabetologia, sviluppando un documento che esaminasse due aspetti del problema: la personalizzazione della terapia e i percorsi 
      terapeutici atti a rendere questo approccio realmente fruibile (percorsi personalizzati).      
      Il documento che ne è scaturito si è sviluppato sulla base di quanto già pubblicato in letteratura da altri autori (1-5) 
      nel tentativo di individuare strumenti che permettessero la caratterizzazione dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 e, come 
      background di riferimento, si è avvalso fondamentalmente delle linee guida della Società Finlandese di Diabetologia (6). 
      La scelta di queste ultime è stata motivata dal fatto di esser innovative per l’approccio di tipizzazione dei pazienti in 
      sottocategorie di comune riscontro nella pratica clinica.      
      La peculiarità dell’algoritmo proposto da AMD consiste nell’attribuire all’automonitoraggio glicemico il valore 
      di strumento-guida per la scelta terapeutica da effettuare. I pazienti sono infatti “fenotipizzati” in base alla tipologia 
      ed alla prevalenza delle varie glicemie quotidiane (a digiuno, pre- e post-prandiali), utilizzate come elemento determinante 
      nell’indirizzare l’opzione di intervento farmacologico più appropriato.      
      Nel 2013, a distanza di circa due anni dalla prima edizione (7), era stata proposta una terza versione dell’algoritmo, 
      con importanti modificazioni rese necessarie sia per l’introduzione in commercio di nuovi farmaci, sia per la variazione delle indicazioni 
      terapeutiche di altri, sia per la pubblicazione di nuove linee guida (8) o consensus internazionali sul tema (9-11). La nuova versione, 
      inoltre, era stata condivisa con la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG).      
       L'aggiornamento 2014, realizzato nuovamente in collaborazione con la SIMG, presentava importanti novità principalmente 
       nella struttura e nella grafica del sito, migliorate e rese più funzionali.
 Inoltre, erano stati aggiunti nuovi farmaci e recepite 
       le più recenti indicazioni della letteratura sulla differente azione dei vari agonisti recettoriali del GLP1 oggi disponibili, 
       suggerendo l’utilizzo di GLP1-RA “short” (quali exenatide e lixisenatide) nei contesti di iperglicemia prevalentemente post-prandiale, 
       e quello di GLP1-RA “long” (come albiglutide, exenatide LAR e liraglutide) nei contesti di iperglicemia prevalentemente a digiuno e mista. 
       Erano infine state aggiornate le indicazioni per la corretta somministrazione dell’insulina, e modificate quelle sull’utilizzo della 
       terapia antidiabetica nell'insufficienza renale e nelle associazioni tra farmaci.       
       Nel 2016 è stato aggiunto un algoritmo per il trattamento del paziente con pregressa sindrome coronarica acuta.       
       La presente edizione consiste in un aggiornamento globale dei precedenti algoritmi alla luce di nuovi dati emersi negli ultimi anni 
       su alcuni farmaci, realizzato ancora in collaborazione con SIMG.       
       Pur nella consapevolezza che l’algoritmo proposto non riuscirà a coprire tutte le possibili combinazioni terapeutiche che 
       la pratica clinica ci mette quotidianamente di fronte nonché a rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti nella gestione dei pazienti con 
       diabete di tipo 2, ci auguriamo che questa ulteriore proposta possa costituire un utile guida nelle scelte decisionali del medico.    
    Il gruppo Terapia personalizzata
    Alberto De Micheli (Direttore), Antonino Di Benedetto, Stefano Genovese, Raffaella Mattioni, Basilio Pintaudi, 
    Gabriella Piscitelli. Edoardo Mannucci e Gerardo Medea (consulenti esterni). Alfonso Gigante (referente CDN)
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